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2!

Come nel dittico I Dioscuri, ma anche in NOWARBabelLimen, in questi affreschi riportati su tela accomunati da un’unico titolo,2! ci troviamo di fronte a corpi umani colti nell’istante in cui compiono un’azione. Un’azione che si presta a diverse letture, la cui interpretazione si rivela complessa. Chi guarda viene personalmente coinvolto in questo processo interpretativo che costituisce un aspetto non centrale di questa serie di opere.

Corpi travolti dal desiderio o nel pieno di un conflitto? Oppure in un gesto di empatia? Come avviene ricorrentemente nel suo percorso artistico  Ferruccio Ascari con questa serie di opere pone una domanda, non dà risposte, coinvolge chi guarda in un cammino di ricerca: l’irruzione dell’altro’ nell’esistenza di ciascuno. Come nel dittico I Dioscuri la lastra di ferro cui alcuni di questi affreschi sono accostati, è una soglia, un ostacolo da superare.

In tutte queste opere i corpi sono apparizioni fugaci, affiorano dallo spazio per un istante, colti sul punto di scomparire. La sottigliezza del segno graffito sulla tela, come accadeva con i corpi in tondo di ferro in NOWARBabelLimen, suggerisce la fragilità, la precarietà della condizione umana.

2! indica una relazione primigenia, anzi di più, una coessenzialità, si tratta di archetipi: l’uno non ha senso senza l’altro, stanno l’uno di fronte all’altro. Giocano, sembrano in relazione d’amorosi sensi, poi lottano, poi volano assieme, precipitano, insomma sono opposti che, proprio per questo, non possono fare a meno l’uno all’altro’ . Così l’artista a proposito di questo suo ciclo di opere
Interessante riportare quanto afferma l’artista in merito a questo ciclo di opere:  “ In alcune mie opere – come queste del ciclo 2! faccio uso della mano sinistra ogni qual volta sento il bisogno di maggiore libertà. A differenza della destra, che è più abituata ad eseguire gli ordini della mente, la mano sinistra, quanto meno la mia, è anarchica, imprevedibile, in contatto più diretto con l’inconscio. Affido alla mano destra lavori che richiedono tempo, costanza e appunto ‘destrezza’. La sinistra invece è ‘maldestra, rapida, inaffidabile. Quello che di lei più mi piace è che s’arrischia. So di non poter esercitare su di lei un vero controllo: i segni che traccia dipendono relativamente dalla mia volontà, è come se registrassero moti più profondi dell’anima, li ritengo ‘miei’ fino ad un certo punto, vengono da un mondo che non conosco se non in superficie e che mi attrae proprio per questo”.

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