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I Dioscuri
Nel dittico I Dioscuri, l’artista riprende una tecnica consueta nelle sue opere di pittura, quella dell’affresco riportato su tela. L’esile segno graffiato sulla superficie quasi monocroma delle due tele viene accostato a lastre di ferro come accade in numerose opere dell’artista. Il riferimento al mito greco che il titolo suggerisce, determina la scansione di quest’opera che è fatta di due elementi inscindibili, come inscindibile viene narrato nel mito il destino dei due fratelli Castore e Polluce, figli di Zeus:
[read] quando Castore viene ucciso Polluce prega il padre di far morire anche lui, ma Zeus non l’accetta e gli concede di rinunciare a metà della sua immortalità in favore del fratello e i due continuano a vivere insieme un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti. Tutti gli elementi formali di quest’opera ne evocano il senso sotteso: la sottigliezza del segno graffito sulla tela suggerisce la fragilità degli esseri umani, l’inscindibilità del destino che ci accomuna se visto in un’ottica che supera l’individualismo. Così come la presenza di un ostacolo insuperabile, di un limite, che ci rende simili: quello della morte. Le due lastre di ferro che che ognuno dei due tenta di rimuovere sono visivamente questo limite invalicabile.
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Bozzetto preparatorio di I Dioscuri
I Dioscuri, affresco riportato su tela, ferro, cm. 108×100, 2023
I Dioscuri, affresco riportato su tela, ferro, cm. 120×100, 2023