La Freccia che Colpisce
il Bersaglio Vola
per Sempre
Attorno all’idea di centro come origine, luogo da cui dipartono infinite direzioni, o come fuga verso un punto infinitesimale, ruotano la scultura in ferro Omphalos, una serie di disegni a inchiostro con il medesimo titolo e La freccia che colpisce il bersaglio vola per sempre, scultura in terracotta bianca i cui quattro elementi sono a loro volta costituiti da una serie di sottoelementi concentrici digradanti verso l’interno a formare una sorta di vortice visivo.
[read]Omphalos è un termine appartenente ai greco antico che vuoi dire “ombelico”, ma anche “cordone ombelicale”, “centro della Terra”. L’omphalos è il centro del corpo umano, ma è anche, significativamente, una cicatrice che testimonia del momento in cui siamo stati separati dal corpo materno che ci ha ospitati e generati; esso è la traccia tangibile di una separazione, ma anche della conquista di una vita autonoma.
Ne La freccia che colpisce il bersaglio vola per sempre il centro non è generativo; i cerchi concentrici attraggono lo sguardo, Io risucchiano verso un punto interno infinitesimale, dando luogo a un vortice visivo. Questo punto infinitesimale non è pensato come il centro o l’estremo del mondo, come del resto non Io era in Omphalos. Si può invece dire che è proprio questo “vortice”, questo girare in un movimento ritmico di essere e non-essere, di visibile e invisibile che è proprio di tutte le cose, a essere pensato come senso estremo del mondo. La relazione tra questi lavori si manifesta dunque come tensione, come contesa tra due polarità: non squarcio, ma intensa intimità del reciproco appartenersi dei due contendenti.[/read]
La Freccia che Colpisce il Bersaglio Vola per Sempre. Modellino in carta, 2007 [S0021]
La Freccia che Colpisce il Bersaglio Vola per Sempre. Terracotta, 4 elementi dimensioni variabili, 2007 [S0021]