Nelle opere su carta di questo periodo, con un vertiginoso mutamento di prospettiva, lo sguardo dell’artista si volge verso l’interno della trama compositiva[read more=”Read More”less=”Read Less”]in un avvicinamento all’oggetto che tende ad abolire la distanza, quasi a confondersi con esso per conoscerne la struttura intima. Non si tratta più soltanto di “imparare a vedere” le cose nel loro essere intessute nella trama della natura, ma di sentirsi parte di questa stessa trama. È ciò che accade in Pittura per ciechi, serie di guazzi realizzati su fogli di vecchi manuali di storia naturale per ciechi in scrittura braille, o in opere come Bianco/Nero e Bianco/Rosso, dove l’accorciamento della distanza tra l’occhio e oggetto della rappresentazione produce effetti di distorsione, di sovrapposizione degli elementi figurali che compaiono sui singoli fogli scomponendone l’ordine: ognuno di essi si dà pertanto come un frammento di qualcosa di cui è andata perduta la visione d’insieme.[/read]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, 36 fogli 25×35 cm cad., 2007 [DG0047]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, 36 fogli 25×35 cm cad., 2007 [DG0046]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, paticolare, 2007 [DG0046]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, 12 fogli 25×35 cm cad., 2007 [DG0058]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, 3 fogli 25×35 cm cad., 2007 [DG0050]
Bianco/Nero. Guazzo su carta, 3 fogli 25×35 cm cad., 2007 [DG0051]